L’ intervento di rinoplastica
Intervento di chirurgia estetica al naso: rinoplastica chiusa o aperta?
L’ intervento di rinoplastica è probabilmente la procedura di chirurgia estetica più complessa in assoluto. Si tratta di modellare il profilo del naso rendendolo armonicamente compatibile con la morfologia generale del viso e con le aspettative del paziente. Tutto ciò deve essere realizzato attraverso piccole incisioni eseguite all’interno delle narici senza incisioni esterne (rinoplastica chiusa). La procedura richiede normalmente il rimodellamento di tutte le strutture anatomiche del naso (cartilagine alare, cartilagine triangolare e ossa proprie del naso).
Per eseguire una rinoplastica soddisfacente il chirurgo dovrà avere una eccellente esperienza operatoria specifica e una sensibilità estetica marcata.
Prima dell’intervento il paziente dovrà aver fatto gli esami clinici prescritti durante la visita medica. Questi devono certificare lo stato di salute del paziente, compatibile con l’atto chirurgico.
L’intervento di rinoplastica moderno viene eseguito in anestesia locale e sedazione. Non è quindi necessario sottoporre il paziente all’ anestesia generale. Molto spesso i paziente sono ansiosi e temono di essere vigili durante l’intervento. La suddetta tecnica anestesiologica prevede la somministrazione di sedativi che abbassano il livello di vigilanza del paziente. In altre parole il paziente dorme durante tutto l’intervento.
La rinoplastica deve essere realizzata ovviamente in una sala operatoria sterile ed in presenza costante di un anestesista di provata capacità ed esperienza. La struttura dovrà essere dotata inoltre dei necessari sistemi di monitoraggio delle funzioni vitali del paziente e di tutto il necessario per eventuali manovre di emergenza.
L’intervento di rinoplastica eseguito secondo i canoni scientifici moderni risulta essere sicura e confortevole.
Chirurgia estetica del naso
Ultimamente si sente spesso parlare di alcune metodiche di chirurgia estetica non chirurgiche, assolutamente non invasive e conservative. Sebbene la tendenza della chirurgia estetica sia a favore di procedure rispettose dei tessuti e dagli esiti molto naturali, non è possibile affermare che la rinoplastica possa essere compiuta con successo da pratiche assolutamente non chirurgiche.
Esistono sul mercato particolari filler (riempitivi) che in qualche caso possono essere applicati sul naso per modellarne la forma riempiendo alcune porzioni (la punta, o il dorso troppo insellato), ma sono metodi che, a nostro avviso, possono dare delusione, contando poi che il risultato non è permanente e valutando anche il rapporto costo/grado di soddisfazione.
Meglio optare per un intervento chirurgico ben studiato e praticato, che intervenga in modo risolutivo e definitivo sui difetti del naso e che, al tempo stesso, offra il comfort di un intervento di invasività ridotta.
Tralasciando dunque metodi che hanno un certo che di sperimentale e seguono il filone tendenzioso del “fumo negli occhi”, le più frequenti tecniche di rinoplastica sono essenzialmente di due tipi: “aperta” (detta anche “a cielo aperto” oppure “open”) o “chiusa”, (detta anche “a cielo coperto” o “endonasale”).
Rinoplastica con la tecnica chiusa (closed technique)
Nel momento in cui inizia la fase chirurgica della rinoplastica chiusa praticato dal dottor Pallaoro, il paziente si trova in uno stato di sereno sonno cosiddetto “vigile”, procurato dalla particolare tecnica anestesiologica chiamata neuroleptoanalgesia. In altre parole, il paziente ha la sensazione di dormire, e si sveglia solo ad intervento eseguito.
Il chirurgo accede alle zone da rimodellare attraverso precise incisioni praticate da dentro le narici. Quindi separa la cute dalle porzioni ossee e cartilaginee e pratica l’opportuno rimodellamento. Da qui è possibile ritoccare anche solamente la punta del naso, con micro asportazioni di cartilagine alare e adeguate suture interne che modellano anche la proiezione in modo efficace.
Successivamente, se il progetto d’intervento lo prevede, viene eliminato il gibbo osseo e ricreata la struttura osteo cartilaginea che dà la forma al profilo.
Vengono quindi eliminate precisamente le piccole asperità e chiusi rigorosamente i capillari recisi. L’esattezza e l’attenzione posta in questa particolare fase operatoria determina notevolmente la riduzione del normale gonfiore postoperatorio. Nella maggior parte dei casi, se addirittura non presenti, le ecchimosi sono assai limitate e di rapida risoluzione spontanea.
Praticate le ultime suture interne, il chirurgo inserisce nelle cavità nasali due tamponi, che vengono rimossi il giorno seguente. La rinoplastica si conclude con l’applicazione di un particolare tutore in plastica termoindurente, modellata dal chirurgo per favorire una corretta guarigione e preservare la zona. Dopo la rinoplastica la corretta guarigione dei tessuti viene monitorata nel corso delle visite di controllo (di prassi sono 2 o 3), in cui vengono sostituite le medicazioni e dati anche i consigli ottimali per rendere rapida la ripresa postoperatoria.
Rinosettoplastica
Con la rinoplastica possono essere corrette anche le deviazioni del setto nasale che provocano, oltre che un difetto visibile, una certa difficoltà di respirazione. La correzione del setto può essere praticata nel contesto dell’intervento di rinoplastica chiusa, sempre secondo la particolare tecnica chiusa in anestesia locale con sedazione profonda.
Il setto viene rimodellato e posto lungo la corretta linea mediana sempre attraverso le medesime incisioni della rinoplastica estetica, quindi senza residuare cicatrici evidenti dopo la chirurgia. Il decorso dell’intervento è poi molto simile, così come poi il periodo postoperatorio e la guarigione.
Rinoplastica anestesia: Locale con sedazione
Un tempo la rinoplastica veniva eseguita solo in anestesia generale, fatto che comporta alcuni fastidi, come il risveglio traumatico con nausea e vomito e l’eventuale intubazione del paziente.
Con l’avvento di una chirurgia estetica sempre meno invasiva, anche le tecniche anestesiologiche hanno visto alcuni progressi, come l’introduzione della tecnica di anestesia locale con sedazione endovenosa profonda.
Oggi quindi, la rinoplastica può essere realizzata in sicurezza in un solo giorno, senza ospedalizzazione del paziente, che invece trascorre in intimità il decorso postoperatorio.
La pratica anestetica è il primo passo della preparazione chirurgica del paziente, dopo che il chirurgo ha convalidato ulteriormente la fattibilità dell’intervento e disegnato le linee guida sul naso del paziente.
Rinoplastica e vasocostrizione
La zona d’intervento, cioè la piramide nasale, viene resa completamente insensibile con infiltrazioni locali di anestetico e con una soluzione particolare di un vasocostrittore. La chiusura dei vasi sanguigni determinata dai farmaci prolunga l’effetto antidolorifico dell’anestesia anche per le prime ore dopo l’intervento, evitando quindi al paziente di avvertire dolore.
Lo scopo principale dell’infiltrazione locale del vasocostrittore, comunque, è di limitare fortemente la perdita di sangue e liquidi nel corso della rinoplastica, visto che la zona è molto ricca di capillari e piccoli vasi. In tal modo il campo operatorio resta pulito e il chirurgo può realizzare il rimodellamento con maggiore precisione. Inoltre, per il paziente si evitano i rischi legati a perdite di sangue importanti.
Sedazione profonda
Per il paziente di chirurgia estetica, “andare sotto i ferri” non si tratta di un’azione dettata da cause maggiori, come può essere un’urgenza medica, visto che si trova in buona salute. Perciò, a maggior ragione non ha senso che provi inutili disagi, anche se “solo” a livello psicologico, e la paura di affrontare l’intervento e di sentire i movimenti del chirurgo è sempre molta. Per evitare ciò, il paziente riceve una sedazione endovenosa profonda e scivola nel sonno. Il particolare stato del paziente (che dorme pur senza anestesia generale) consente di intervenire senza necessità di intubazione in sicurezza.
La combinazione della tecnica di sedazione con l’anestesia locale è a cura del medico anestesista presente in sala operatoria anche nel corso dell’intervento e nelle prime ore dopo. L’anestesista tiene continuamente controllate le funzioni vitali del paziente ed evita che senta il benché minimo dolore. Anche nella fase di risveglio l’anestesista controlla che il decorso sia regolare.